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 Foto del restauro "24 e 25 aprile 2009"

 

 

 

Campagna popolare per la sua valorizzazione ed il restauro

Adotta un monumento antifascista, adotta un monumento antirazzista. 

Ideato e realizzato da un gruppo di attivisti che per scelta politica e artistica decisero di rimanere anonimi ed esterni al mercato, sostenuto da associazioni di base, centri sociali e case occupate di Roma, Milano, Ostia e Seregno  che si impegnarono a raccogliere i fondi necessari, il monumento fu  installato il 25 aprile 1995, in occasione dei festeggiamenti del cinquantesimo anniversario della Liberazione.

Realizzata in ferro, acciaio e bronzo, l’opera è costituita da cinque sagome per il tiro al bersaglio con le mani legate dietro la schiena. Esse rappresentano le cinque principali tipologie di persone vittime dei nazifascismi identificate, sul lato posteriore delle sagome, dagli infami simboli a loro assegnati nei campi di sterminio: triangolo rosa se omosessuale, triangolo blu se immigrato, triangolo marrone se zingaro, stella gialla a sei punte se ebreo, triangolo rosso se politico.   
Il monumento è collocato allo stesso livello della pavimentazione del marciapiede di Piazzale Ostiense calato nella realtà quotidiana di ognuno di noi.  Le cinque sagome a grandezza naturale sono state ricavate dal taglio di una lastra di ferro, la cui rimanenza posta parallelamente alla fila delle sagome è lo sfondo del monumento stesso. Le parti mancanti di questa lastra, dovute al taglio delle sagome, sono state sostituite con una lamiera in acciaio inox che funge da specchio sulla quale si riflettono sia i passanti che le sagome stesse, determinando un potente effetto visivo per risvegliare la coscienza critica sui pericoli del fascismo e del razzismo  e la consapevolezza che ognuno ne può diventare vittima.

Per le sue caratteristiche l’opera è un formidabile “segnale” che stimola un viaggio nella memoria, rappresenta un monito alle nuove generazioni, invita i passanti a riflettere sulle conseguenze della negazione dei diritti umani, delle persecuzioni e delle discriminazioni. Tanto più importante soprattutto ora che nuove “guerre sante” muovono contro i più deboli.

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